Inserita in Un caffè con... il 07/04/2015
da REDAZIONE REGIONALE
Roberto Tumbarello
I vantaggi del teppismo per i politici Non so se è più grave distruggere reperti archeologici o martoriare il cuore di una madre che ha perso il figlio. Ci scandalizziamo nel vedere l’arte in frantumi a centinaia di chilometri, ma non ci preoccupiamo di ciò che di peggio accade sotto i nostri occhi. L’Italia non è quella che vediamo, compita e commossa, la domenica mattina in Piazza San Pietro. È quella scalmanata e violenta del pomeriggio negli stadi, purtroppo molto più numerosa. Ogni tanto uccidono anche loro, nelle risse, mimetizzati da tifosi, pensando di non essere individuati tra la mandria. Se fossero protetti dall’anonimato che la divisa assicura, sarebbero ancora più crudeli. La Lega, che è la vera responsabile del degrado in cui versa il Calcio, inquisisce la società, che non c’entra. La politica si gira dall’altra parte. Neppure un commento né un biasimo. Non istiga i brutali comportamenti, ma certamente ne beneficia. Perché questa teppaglia ha diritto al voto – com’è giusto che sia – e sceglie chi più le rassomiglia. Cioè, i propri omologhi dei quartieri alti, apparentemente moderati, ma che compiono gli stessi loro scempi nella morale, nella giustizia sociale, nei servizi pubblici, nella tutela della povera gente. Quelli degli striscioni volgari votano per la cordata degli scandali. Ogni giorno ne scoppia uno. Magistratura e Guardia di Finanza lavorano alacremente, ma è come svuotare il mare col secchiello.
La Cina ha comprato il nostro sogno Il Calcio italiano fu drogato quando il paese era ancora opulento. Le retribuzioni divennero esagerate. Adesso, con la crisi, sono addirittura scandalose. Certi stipendi erano forse giustificati quando Maradona e Pelé riempivano gli stadi. Oggi il peggiore giocatore di serie A guadagna un milione netto l’anno. Alcuni arrivano a 500 mila euro al mese. E lo stadio è vuoto perché ormai gli incontri si guardano in TV. Intanto, nel paese dilaga la miseria. Ai giocatori le tasse le paga la società. Loro non vogliono avere a che fare col fisco né con denunce dei redditi. Chiedono i soldi puliti. Quindi, costano il doppio. Eppure c’è una corsa al rialzo delle retribuzioni. Ecco perché in tutta Europa le società sono in grave passivo e alcune falliscono. C’è una fioritura di traffici illeciti, scommesse clandestine e partite truccate. Dove c’è tanto denaro è naturale che si inserisca la criminalità. Lo sport non c’è più e la politica sta a guardare. Ci vorrebbe una legge che calmieri i prezzi, magari europea, dato che c’è un parlamento. Ma si turberebbe il libero mercato, più importante della vita di tutto. Lo stesso accade con i personaggi televisivi, che, pare, si paghino con la pubblicità che procurano. Ma non basta, è immorale ugualmente. Arrivano gli asiatici, ora più ricchi degli arabi. Comprano tutto al doppio del valore reale, tanto non sanno dove mettere il denaro. E noi, abbagliati dal luccichio dell’oro, non ci pensiamo due volte a vendere qualsiasi bene e anche un po’ di dignità. Se, invece, retribuissimo tutti di meno, non ci priveremmo di quei 90 minuti di sogno, di cui anche la povera gente aveva diritto la domenica pomeriggio.
Portano solo il proprio voto Quando un politico non conta più nulla e non vede futuro nel proprio partito, finge dissenso e sbatte la porta. C’è sùbito qualche stolto che abbocca al rumore e ricicla il fallito nelle proprie liste, illudendosi in un travaso di voti. In realtà, solo quello del transfuga e di qualche familiare. L’elettore, stanco dei trasformismi degli stessi personaggi equivoci, senza dignità né principi morali, non lo segue. Anzi, disgustato, non vota proprio: come tanti altri, diserta le urne. Un tempo il tombino dove confluiva quest’acqua era Forza Italia, oggi è il PD. Nuova versione della destra padronale, che finge di rottamare, ma che, in realtà, accoglie chiunque. Il degrado nasce dalla politica. Indagati e inquisiti, condannati e prescritti sono i migliori. Almeno, sono coerenti con i propri princìpi. Chissà quando il 50% dei non votanti si deciderà a formare un movimento di persone oneste che riporti l’Italia all’antico splendore.
Appello al Quirinale Siamo fortunati e orgogliosi di vivere in epoca repubblicana, anche se negli ultimi tempi, abbiamo spesso auspicato la monarchia. È un’istituzione storicamente superata che legittima il privilegio, ma, combatte davvero la corruzione. Elisabetta non avrebbe mai promulgato sistemi elettorali che privano gli inglesi del diritto di scegliere i propri rappresentanti, né, tanto meno, leggi ad personam. Se un giorno il premier fosse aggredito da un irrefrenabile raptus di onnipotenza e, con la complicità di deputati opportunisti e leccapiedi, decidesse di sopprimere la Camera Alta dei Lords, pur essendo in Inghilterra il parlamento sovrano, la regina non glielo consentirebbe. Come pure se avesse la stoltezza di comporre un governo formato da parlamentari di primo pelo e funzionari di partito. Cameron è una brava persona che – seppure stia facendo in modo di rimanere indisturbato al potere per i prossimi vent’anni – non abuserebbe certamente dell’anomalia democratica. Ma, se dopo di lui, arrivasse un uomo improbo, com’è già capitato a noi? Lì il sovrano pensa al futuro del paese, non agli interessi dei familiari e delle loro amichette. Presidente, non ci faccia rimpiangere Vittorio Emanuele di Savoia.
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