Inserita in Un caffè con... il 04/04/2015
da REDAZIONE REGIONALE
AGRICOLA
Deve, il farmaco, esse allopatico s’egli è nimico al male, omiopatico se gli è nimico l’uomo, o alcuna parte, affinché questi, aggredito, si difenda, traendo a sé le forze sue, e per intero, mentre nel primo egli trae dalla natura il giovamento. Predicano, dottorucoli da mercato, esse i farmaci nocivi, ed esse buona solo la Natura, che essi appellano omiopatica, quando ne vogliono decantare i miracoli, rappresentandosi solo la diluizione come leggerimento del veneno, ed è esatto lo contrario! Quanto più esse diluito tanto più penetra, come una lama. Fan di tutt’erbe un fascio, risalendo ai valori come per fede negli antichi, senza sapere quali questi e chi essi siano; non conoscono le origini della loro natura dove è manifesto il valore, e il conseguente effetto, dell’erba, trattandola come farmaco in guisa che ne occorra per allopatica od omiopatica ragione. E poi ignorano chi il medico sia e recitano il giuramento di Ippocrate a memoria incrociando le dita, con un gesto scellerato e suicida. Pensano scellerati che medico voglia significare esperto nelle cure, e biasimano stregoni che pensano sia l’essere esperti nel contatto. Eppure, certo contatto, non corre sopra i diti, ma sui crini de’ Furie, ed essi non sanno chi esse sia.
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