Inserita in Politica il 28/03/2015
da REDAZIONE REGIONALE
PSI - ISMETT, ODDO: BASTA CATTEDRALI NEL DESERTO DELLA SANITA’ SICILIANA
Il deputato questore all’Ars, on. Nino Oddo, componente della commissione d’inchiesta, costituita nell’ambito della commissione sanità, che punta a far luce sulla gestione di alcune strutture sanitarie dell’isola, ha esaminato la situazione dell’Ismett di Palermo, che si accinge a rinnovare la convenzione con la Regione Siciliana. “Da un primo esame – ha detto Oddo- sono emerse alcune ombre e degli obiettivi non rispettati nell’arco dello scorso triennio, ad iniziare da alcuni numeri. A fronte dei circa 100 trapianti d’organo e interventi di alta chirurgia eseguiti l´anno si registra una spesa di 93 milioni di euro”. Una sproporzione in termini numerici si registra anche nella quantità dei dipendenti: otto unità per posto letto. Per Oddo “se venisse applicato lo stesso criterio ad altre strutture sanitarie dell’isola, le corsie sarebbero occupate da così tanti medici e infermieri da non lasciare spazio agli utenti”! Tra gli obiettivi non rispettati, quello di fare dell’Ismett una sorta di “nave scuola” dove “addestrare” giovani medici. “L’istituto- evidenzia- dovrebbe rappresentare un centro di alta formazione dove le conoscenze e le abilità acquisite costituiscano un prezioso bagaglio da trasferire ad altri giovani professionisti”. “Un altro degli obiettivi falliti- prosegue Oddo- è quello della mobilità attiva. La struttura non riesce ad attirare abbastanza utenti da altre regioni d’Italia o da altri paesi. Una situazione paradossale dal momento che si tratta di un polo d’eccellenza a livello mondiale nel campo dei trapianti”. “Questi dati ci devono fare riflettere sul rapporto costi- benefici- conclude il deputato regionale- Quale modello di sanità vogliamo per la Sicilia? Singole cattedrali nel deserto di cui usufruiscono 100 persone o vogliamo innalzare il livello medio di tutte le strutture sanitarie per i cinque milioni di siciliani”? Per l’on. Oddo, non ci dovranno essere più in futuro zone d’ombra e bisognerà continuare il percorso intrapreso lavorando per assicurare un’offerta sanitaria omogenea e di qualità che raggiunga un numero maggiore di utenti.
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