Inserita in Un caffè con... il 10/03/2015
da REDAZIONE REGIONALE
AGRICOLA
“La ritualità intrinseca nel gesto può essere presa come inutile abitudine atavica, e confinata, se è il caso, tra i gesti scaramantici e figli di una male intesa superstizione, e ciò denota una ormai imperante abitudine a considerare razionale ciò che abolisce quanto non si è immediatamente in grado di quantificare con quelli che volgarmente vengono considerati i nostri strumenti di indagine certa e denominati erroneamente “sensi”. È possibile, e ci mancherebbe, considerare la Realtà anche su un piano di indagine contestabile sensibilmente, e quindi scientifica a tutti gli effetti, senza che questo ne distrugga la linfa vitale riducendola ad un giocattolo rotto.” L’aveva tirata d’un fiato, intorno il silenzio era pesante, perché quella invettiva suonava, ed era effettivamente, come un’accusa! Un fulmine segui il silenzio accecando i presenti, tutti, che lamentarono subito la cecità come una disgrazia immeritata; poi, poco per volta le immagini riposte nella memoria sostituirono la visione reale delle cose, e nacque l’uomo.
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