Inserita in Politica il 09/12/2014
da REDAZIONE REGIONALE
OPEN GOV - LETTERA-APPELLO AI SENATORI ELETTI IN SICILIA OPPONETEVI ALLA RIDUZIONE DEGLI INVESTIMENTI IN SICILIA PREVISTA DAL DDL STABILITÀ
LETTERA-APPELLO AI SENATORI ELETTI IN SICILIA OPPONETEVI ALLA RIDUZIONE DEGLI INVESTIMENTI IN SICILIA PREVISTA DAL DDL STABILITÀ Illustri Senatori, a nome delle associazioni “SiciliaOpenGov” e “Sicilia Nazione” Vi indirizziamo quest’appello nella Vostra funzione di Senatori eletti in Sicilia in vista dell´ormai imminente votazione in Senato sul d.d.l. recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)" (n. 1698) Abbiamo già lanciato questo appello alle forze politiche non appena presentato il d.d.l. d´iniziativa governativa che ha contemplato, riducendo drasticamente le risorse disponibili, scelte che pregiudicano la Sicilia è il Sud. Purtroppo la Camera, e con il determinante apporto di molti deputati siciliani, ha votato la proposta governativa. Con risorse così ridotte dal Governo nella proposta di d.d.l. di stabilità (-50 del cofinanziamento statale) non sarà possibile utilizzare appieno i fondi strutturali europei destinati a garantire la coesione economico-sociale e territoriale per il periodo 2014-2020. Dopo il sostanziale azzeramento degli investimenti destinati alla perequazione infrastrutturale adesso si riducono le risorse destinate al cofinanziamento dei fondi strutturali creando le condizioni di un aggravamento del già appesantito divario. L´attenzione verso il Mezzogiorno e le Isole decresce progressivamente, ne costituiscono esempio emblematico i 3,5 miliardi del Piano azione coesione (Pac), e quindi destinati al Sud, che vengono utilizzati per finanziare la decontribuzione in tutta Italia (che alla Sicilia costerà circa un miliardo di euro). Senza investimenti, ormai azzerati da più di tre anni, soprattutto nel settore infrastrutturale, il Mezzogiorno e´ destinato a decrescere ulteriormente rendendo irrilevante la crescita del Paese e gli sforzi per uscire dalla crisi. Come ha evidenziato la Banca d´Italia "i flussi netti verso il Mezzogiorno (spesa pubblica attribuibile al territorio al netto delle entrate prelevate sullo stesso territorio), dopo essere aumentati nel biennio 2009-2010 al di sopra dei livelli precedenti la crisi, sono diminuiti a partire dal 2011" (L’economia delle Regioni italiane, Roma 12/2014). Le scelte dell´attuale Governo, al di là di proclami, si collocano quindi nel solco di quelli immediatamente precedenti che hanno deciso di definanziare le misure perequative ed il Sud è così abbandonato ad una deriva di disagio economico senza correttivi rendendo ormai più che tangibile la drammatica spaccatura in atto nel Paese. E´ precisa responsabilità dei parlamentari nazionali eletti nella nostra Regione far prevalere, sulla fedeltà e le convenienze di partito, la lealtà verso i siciliani, presentando e votando emendamenti al testo di d.d.l. di stabilita 2015 che tutelino il loro diritto al futuro, a poter competere ad armi pari con i cittadini italiani e d´Europa nella sfida globale a partire da misure che possano introdurre la fiscalità di sviluppo (c.d. di vantaggio). Ecco perché abbiamo formulato alcuni emendamenti - che di seguito si allegano - al disegno di legge di stabilità 2015 e che riteniamo possano difendere e per alcuni versi rilanciare gli investimenti in Sicilia, rafforzando la capacità di rispondere alle aspettative di crescita economica e sociale. Vi chiediamo, quindi, di presentare e sostenere questi emendamenti, superando le barriere di partito ed assumendo come valore comune la difesa della nostra terra, dei suoi diritti e del bisogno di crescere spezzando così la morsa del declino. Con i più distinti saluti Palermo, 7 dicembre 2014 Prof. Avv. Gaetano Armao on. Rino Piscitello
EMENDAMENTI AL DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE A.S. 1698 “"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)" Emendamenti aggiuntivo All’articolo 2 e´ aggiunto il comma 60 bis: «Il territorio della Regione siciliana è posto fuori dalla linea doganale e costituisce zona franca interclusa dal mare territoriale circostante: i punti di entrata e di uscita sono individuati nei porti ed aeroporti della Sicilia. La zona franca è disciplinata dalle leggi fiscali dello Stato italiano e dall´Unione europea che si applicano ai territori extradoganali secondo le previsioni delle norme di attuazione dello Statuto in materia che vanno emanate entro tre mesi dall´entrata in vigore della presente legge». La norma punta ad introdurre, in ossequio alle previsioni dell´art. 174 del Trattato FUE sulla coesione economico, sociale e territoriale in favore delle Regioni insulari e meridionali, il regime della zona franca quale strumento di fiscalità compensativa per affrontare decisivamente il divario economico sociale e far fronte alla incapacità dello Stato di intervenire adeguatamente e tempestivamente sul piano della perequazione infrastrutturale, pur nel rispetto delle previsioni dell´ordinamento fiscale europeo, in guisa da consentire un incremento di competitività per le imprese residenti e di attrarre investimenti esterni. All´art.3, comma 43: - sostituire la parola "derivanti" con "corrispondenti"; - dopo le parole ´meno sviluppate´ sostituire le parole da ´precedentemente" a "europei" con "nel rispetto delle previsioni dell´art. 119 della Costituzione, dell´174 TFUE e dei meccanismi di perequazione fiscale ed infrastrutturale"; - dopo le parole "coesione territoriale" inserire "d´intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province di Trento e Bolzano". L´emendamento proposto interviene sulla delicata questione del cofinanziamento degli interventi a valere sui fondi strutturali UE e dell´utilizzo delle risorse rinvenimenti dalla sua riduzione.mNegli anni lo Stato ha sempre ridotto la quota di cofinanziamento, pur riconoscendo l´impegno a riversare le risorse rinvenimenti nelle iniziative del Piano di azione e coesione. Impegno che con la norma proposta dal Governo si intende disattendere è che, invece, l´emendamento mira a garantire, seppur solo sul piano programmatico, costituendo tuttavia un forte elemento di garanzia sul piano politico verso il Sud del Paese nella prospettiva dell´inveramento degli art. 119 Cost. e 174 TFUE. Emendamenti sostitutivi All´art. 1, comma 107 dopo le parole "nel limite massimo" sostituire "700 milioni" con "un miliardo, anche per le Regini a statuto speciale". L´emendamento sostitutivo intende esentare dal concorso al contenimento dei saldi di finanza pubblica ulteriori 300 milioni a disposizione delle Regioni a statuto speciale, con la finalità di accelerare la spesa dei fondi europei troppo spesso bloccata da rigide previsioni di tipo contabile. All´art. 3 comma 57 (prima parte e lett. c) sostituire le parole "dell´80 per cento" con "del 90 per cento". All´Art. 3 comma 57, lett. l), dopo le parole "economia e le finanze" inserire "d´intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province di Trento e Bolzano". L´emendamento mira ad accrescere ulteriormente la quota di impegno di risorse finanziarie del Fondo per lo sviluppo e la coesione-FSC (ex FAS) per il periodo di programmazione 2014-2020 ed a coinvolgere maggiormente la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province di Trento e Bolzano nelle decisioni dell´Autorità politica per la coesione.
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