Inserita in Cultura il 15/05/2014
da Michele Caltagirone
Trapani, convegno sui temi dell´immgrazione all´istituto ´Da Vinci´
Chi vive a Trapani ha la fortuna di vivere in prima persona la cultura dell’accoglienza. Tocca a noi decidere se vogliamo essere cittadini del mondo o guardare con diffidenza gli altri”. Con queste parole il Prefetto di Trapani, Sua Eccellenza Leopoldo Falco, ha esordito nel suo intervento all’incontro “Io, noi e gli altri” tenutosi nei locali dell’Istituto Tecnico Industriale “Leonardo Da Vinci”. Un confronto sul tema dell’immigrazione e l’importanza del ruolo dell’accoglienza dopo i numerosi sbarchi avvenuti nel corso degli ultimi anni sulle nostre coste da parte di migranti africani. “Non è un problema di leggi – ha detto Falco – perch´ la legge fissa dei principi generali. Noi dobbiamo garantire piena operatività sempre e finora possiamo andare fieri di quanto fatto. Ospitiamo nel nostro territorio 2100 migranti: con questi numeri Trapani è la capitale dell’accoglienza, grazie anche al mondo del volontariato che riesce a garantire l’integrazione di queste persone”. All’incontro hanno anche partecipato il Capitano di vedetta Antonio Morana, coinvolto nelle missioni di soccorso in mare del 2011 a Lampedusa, la dottoressa Maria Concetta Papa, direttrice del Cara di Salinagrande, Giorgio D’Aleo, coordinatore del museo dell’emigrazione di Frossasco (To), e Salavatore Agueci, esperto in materia di immigrazione. Morana ha chiarito subito come ha inteso la sua professione. “Il mio non è un lavoro – ha dichiarato – è una missione. In mare vige il valore supremo della solidarietà, io ho l’obbligo morale di fare il possibile per salvare delle vite in pericolo. Però dopo 3 anni non possiamo ancora parlare di emergenza sbarchi: è una criticità costante”. Il passaggio successivo nella strategia dell’accoglienza è stato invece approfondito dalla dottoressa Papa che puntato l’attenzione dell’uditorio su come l’accoglienza sia funzionale solo in vista di una successiva integrazione. “Quello che cerchiamo di fare a Salnigrande – ha detto – è garantire il loro inserimento nelle reti sociali locali. Il lavoro dei nostri mediatori culturali, dei nostri assistenti sociali e dei nostri psicologi mira proprio a questo, a fornire un sostegno ulteriore rispetto alla semplice garanzia di vitto e alloggio e tutto quanto è strettamente necessario alla sopravvivenza”. D’Aleo, coordinatore del museo dell’immigrazione, nel suo intervento ha invece fatto riflettere gli studenti intervenuti su come l’Italia sia stata (e sia tornata a essere) un Paese a forte emigrazione e su come l’uomo abbia sempre sentito l’esigenza di spostarsi per cercare migliori condizioni di vita. “Con la nostra attività – ha illustrato – garantiamo agli immigrati ospiti la possibilità di studiare, acquisire professionalità, conoscere meglio la nostra società e poi sono liberi di decidere se rimanere o trasferirsi in un’altra nazione europea”. A margine della manifestazione Erasmo Miceli, Preside dell’Istituto, ha consegnato al Prefetto Falco una bussola marina, a testimonianza del lavoro svolto in tema di immigrazione e inoltre per ringraziarlo della grande disponibilità data nel voler fornire ai ragazzi dell’Istituto una comprensione a vasto raggio del tema dell’immigrazione.
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