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Inserita in Politica il 19/10/2022 da Patrizia Carcagno

Il conflitto armato Russia- Ucraina e le ricadute sull’economia globale. La posizione della UIL

Il
La guerra ingiustificata della Russia contro l´Ucraina sta avendo forti ripercussioni sui mercati dell´energia e dei prodotti alimentari. I Paesi dell´UE, in queste settimane, stanno coordinando le azioni tese a contrastare l´aumento dei prezzi e la scarsità delle forniture. Questa invasione militare dunque oltre al suo portato di morte e distruzione, ha determinato un cambiamento improvviso, repentino che ha scosso il mondo negativamente in momento in cui la pandemia di Covid-19 non è stata del tutto debellata. “Il forte aumento dell’inflazione registrato da tutti e tre gli indici (NIC, IPCA e FOI determina oggi – come è stato scritto- una perdita immediata di potere d’acquisto dei salari con conseguenti ricadute sui consumi che può determinare, a sua volta, un deterioramento delle aspettative sui profitti attesi da parte delle imprese – soprattutto per quelle che operano sul mercato interno – con ripercussioni sulle scelte di investimento”. Di tutto ciò ne è ben conscio il Sindacato UIL, da sempre vicino ai lavoratori e alle sue famiglie. Ne abbiamo parlato con il riconfermato Segretario Generale della UIL PierPaolo Bombardieri:
Segretario, il congresso nazionale della UIL si è svolto in contesto internazionale delicato e qualche giorno dopo le elezioni politiche nazionali.
- “La guerra rappresenta un modello autocratico e imperialista che mette in crisi libertà e la democrazia. Gli effetti del conflitto determineranno il nostro futuro perché l’aggressione russa assume una dimensione globale. Quello che registriamo e che si prospetta è un ridisegno della mappa geopolitica planetaria. Il prolungamento del conflitto bellico sta creando le condizioni per una nuova divisione del mondo in due sfere di influenza contrapposte”.
Il sindacato ha rimodulato la propria azione nel Paese proprio a causa di questo scenario.
- “Si, la guerra e la conseguente recessione economica non hanno colpito in misura omogenea i diversi settori produttivi ed i gruppi sociali: hanno inciso in misura più marcata su segmenti di popolazione strutturalmente più vulnerabili. Su questo tema chiederemo alla politica e al governo una assunzione di responsabilità e interventi immediati. Rimangono di stretta attualità pertanto. I temi legati all’inflazione e alla perdita del potere d’acquisto, fenomeni connessi strettamente a quello delle disuguaglianze, poiché gli aumenti dei prezzi colpiscono i redditi più bassi. Elemento, quello dei prezzi, che a mio avviso avrà una conseguenza diretta sulla crescita dell’economia e del Pil. Aumento dei prezzi significa inflazione che - se normalmente un alto livello dei prezzi è dato da un aumento dei consumi e quindi della domanda- in questa occasione, in questo nuovo scenario, cambia il paradigma: la iniziale spinta dei prezzi è stata causata la diminuzione dell’offerta. Il problema della scarsità di materie prime energetiche è stato, quindi, la vera scintilla del rialzo dei prezzi”.

Le scelte politiche e di governo di questi ultimi mesi sono state, a suo parere, capaci di porre azioni concrete per risolvere le questioni appena enunciate?
- “Il dibattito di questi mesi si è concentrato, a livello politico, ma anche a livello sindacale, sulle risorse necessarie aggiuntive per accompagnare la ripresa economica, nel contesto attuale di una guerra drammatica. In questo scenario un ruolo determinante lo hanno avuto le banche centrali mondiali, dalla FED americana, alla nostra BCE alla BOE inglese. Continue sono state (e ancora lo saranno) le preoccupazioni volte a trovare una o una serie di soluzioni, provvedimenti che, sostanzialmente, sono rivolte a due macro ordini di problemi: quello bellico, cioè una soluzione volta ad evitare l’escalation del conflitto. E quello economico, in mano alle banche centrali, per trovare soluzioni efficaci per contrastare e frenare la crescita dell’inflazione.

Segretario, ritiene infine che l’impatto di ritorno delle sanzioni imposte alla Russia come aumento del fattore speculativo, l’aumento dell’incertezza dei consumatori e degli investitori sono tutti elementi che, di fatto, hanno impattato in maniera importante sui mercati e sulla crescita economica?
- “Ad oggi, le carte vincenti, a disposizione delle banche centrali, per frenare appunto la crescita dell’inflazione e stimolare la ripresa economica, sono: la politica monetaria, che in questo caso è una politica monetaria restrittiva, con l’aumento dei tassi di interesse; la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico al fine di diminuire la dipendenza dalla Russia; la politica economica, con la proposta di mettere il famoso “tetto al prezzo del gas”
Attualmente, rispetto alle tre carte nelle mani della nostra banca centrale, le prime due sono state già “calate sul tavolo da gioco”. i tassi di interesse sono stati aumentati ovunque dalle principali banche centrali (fed, bce e boe). La diversificazione delle fonti di approvvigionamento è stata anch’essa avviata, per quanto non ancora del tutto sufficiente a soddisfare l’intero fabbisogno. La terza, il tetto al gas, è ancora in fase di analisi e studio da parte dei paesi dell’eurozona. Se guardiamo bene e attentamente il quadro appena disegnato, possiamo facilmente notare come il “colore di sfondo”, sia senza dubbio rappresentato dal concetto di durata del conflitto”.
In Europa, in conclusione, è diventata famosa l’espressione “whatever it takes” dell’ex Presidente della BCE, e attuale Presidente uscente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, considerando e ritenendo che il conflitto Russia-Ucraina, sia un vero e proprio “acceleratore” dell’inflazione e della crisi economica che oggi è, ormai, sotto gli occhi di tutti, Segretario, un’ultima domanda: Ne usciremo da questa crisi?
- Molto dipenderà proprio dalla durata del conflitto e dall’atteggiamento delle banche centrali e l’economia rischia seriamente di andare in recessione.

- Enza Maria Agrusa

 

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