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Inserita in Politica il 07/10/2021 da Patrizia Carcagno

Italia, ancora morti sul lavoro. La Uil sollecita interventi urgenti.

Italia,
I dati dell´Inail sono impietosi. A fine 2021 sono già 772 i morti sul lavoro. Aumentano dell’8,3% gli infortuni ma al Sud lo scenario è peggiore e non solo nel settore dell´edilizia. Per il segretario generale della UIL Pierpaolo Bombardieri " è un vero bollettino di guerra. La vita, sino ad oggi -prosegue- è stata sacrificata sull’altare del profitto. Molte aziende preferiscono aumentare il livello di produttività piuttosto che accrescere gli standard di sicurezza. Bisogna assolutamente invertire il passo, mettendo i lavoratori in sicurezza. La persona dev´ essere sempre al centro di qualsiasi attività e per questo occorre promuovere iniziative di formazione dei lavoratori". Oggi fanno notizia i casi più eclatanti, ma quante sono in Italia le cosiddette morti bianche, quelle che non vengono registrate e rilanciate dalla cronaca? Per il segretario della UIL "queste non sono morti bianche.  Non c’è nulla di bianco in una morte sul lavoro: il colore di questi morti è rosso, il colore del sangue, vere tragedie che rovinano intere famiglie e di fatalità non c’è nulla, c’è sempre la scelta, la solita, quella del profitto, o meglio, in questo ultimo anno c’è stato quello di recuperare il profitto perso durante la pandemia. E tutto questo è assolutamente inaccettabile".

La legalità e la sicurezza sono da sempre invocate come sostegni imprescindibili di ogni attività nei cantieri, e a maggior ragione oggi, con il Covid-19 che aumenta in modo significativo i rischi, questi concetti sono sempre di più necessari.

Purtroppo, i due concetti, la legalità e la sicurezza, si sono da sempre infranti contro una “cultura” mafiosa e illegale, che ha portato il nostro Paese al vertice della triste classifica europea sui morti sul lavoro. È evidente ormai che il contrasto a questo sistema di morte, debba essere esteso a tutti i livelli (dalle amministrazioni locali allo Stato), divenendo obiettivo prioritario per tutte le amministrazioni che dovranno poi agire sinergicamente attraverso strategie integrate che coinvolgano anche imprese e sindacati.

" E’ necessario - dichiara il leader della UIL Bombardieri -  la lotta alla corruzione, la capacità di prevenzione e contrasto alla infiltrazione malavitosa, la gestione trasparente delle procedure di gara eliminandone gli ambiti di discrezionalità, la corretta applicazione del Codice, la qualificazione delle imprese attraverso il rating di qualità, la riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti, la corretta applicazione dei contratti di lavoro e il contrasto al fenomeno del lavoro sommerso e irregolare e ai processi di dumping contrattuale".

Ma non dobbiamo dimenticare che questo triste primato, è la conseguenza del predominio delle mafie, e dei loro metodi, ormai dentro al sistema imprenditoriale italiano, fonte di ingenti risorse.  Bombardieri si chiede allora "perché non istituire una Procura Speciale che si occupi dei temi del lavoro, così come avviene per la mafia? Non dobbiamo neanche dimenticare il ruolo del lavoro nero e dello sfruttamento dei lavoratori extracomunitari, spesso privi di permesso di soggiorno e quindi maggiormente ricattabili, vittime di vere e proprie forme di schiavitù e di massimo sfruttamento. In questo caso è facilmente comprensibile come le norme sulla sicurezza e sull’igiene del lavoro, vengano apertamente violate.

"Quindi bisogna sospendere l’attività delle aziende che violano le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro – dice ancora Bombardieri – perché non esistono fatalità, ma responsabilità ben precise, c’è sempre una colpa. Dobbiamo dire basta a questa mattanza quotidiana, quasi da guerra civile, e dobbiamo intervenire, costruire una banca dati unica sugli incidenti sul lavoro e investire sulla formazione per la prevenzione degli infortuni. A tal riguardo occorre un decreto che preveda la sospensione dell’attività per le aziende che violano la sicurezza nei luoghi di lavoro e l’assunzione di 2300 ispettori". Ed è proprio causa di infortunio e mortalità l’utilizzo di personale non adeguatamente formato per specifici incarichi, come si evince dai controlli effettuati dalle ASL. Da soli i controlli non bastano, occorre, invece, una sinergia tra altri enti come INPS, INAIL e direzioni provinciali del lavoro.  Per contrastare questo meccanismo, che produce schiavitù, morti e infortuni servono iniziative forti e coraggiose stabilendo regole chiare e procedure trasparenti. Il tutto supportato da campagne di informazione e formazione sia per i lavoratori che per gli imprenditori ed in particolar per le piccole imprese, che sono quelle dove le norme sono spesso ignorate o sottovalutate.  L´Italia ha comunque una legislazione a tutela delle condizioni di lavoro estesa e chiara, che però viene vanificata dal mancato rispetto del principio di legalità, fenomeno sempre più diffuso. La piaga della disoccupazione e/o sottoccupazione, fa sì che i lavoratori siano costretti ad accettare lavori in nero, senza tutele e al di fuori da ogni regola.  "Noi siamo stati i primi e i soli a lanciare una campagna "Zero morti sul lavoro" – conclude il Segretario Generale della UIL Bombardieri -  una campagna vera e propria  per sensibilizzare l´opinione pubblica sulla necessità di un impegno collettivo per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. E’ una battaglia di civiltà che continueremo a portare avanti con determinazione, perché fermare questa strage deve essere un dovere di tutti, a partire dalla Politica, e ci aspettiamo che gli impegni presi con il premier Draghi per mettere fine all’emergenza delle morti sul lavoro vengano rispettati. Bisogna vincere, perché non sono numeri, sono persone. Lavoratrici e lavoratori con degli affetti, figli, genitori, mariti, mogli che la mattina sono usciti per andare al lavoro e poi non sono più tornati a casa. Questa strage da guerra civile deve finire subito".

Enza Maria Agrusa

 

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