Inserita in Cultura il 07/02/2014
da Michele Caltagirone
Castelvetrano, stamani la riapertura della chiesa di San Domenico dopo oltre 40 anni
Un sistema di telecamere, una postazione pc, uno joystick per manovrare gli occhi mobili tecnologici sugli stucchi e le statue del Ferraro e ammirarli da vicino, scoprendone particolari e rifiniture. È l’aspetto che coniuga arte e tecnologia nella chiesa di San Domenico a Castelvetrano, riaperta stamane dopo più di 40 anni di chiusura al pubblico. La cerimonia, col sindaco Felice Errante, il Prefetto di Trapani Leopoldo Falco, il Vescovo monsignor Domenico Mogavero e l’assessore regionale all’identità siciliana Mariarita Sgarlata, si è conclusa con l’apertura al pubblico dell’area presbiterale e della cappella del coro, dove sono tornati a risplendere gli stucchi di Antonino Ferraro. Proprio in quest’occasione è stato presentato al pubblico il sistema di telecamere che consentirà di scoprire tutti i particolari degli stucchi: un viaggio attraverso le telecamere che potranno, tramite uno zoom ad alta definizione, mettere a fuoco i particolari d’ornamento delle statue e de “L’albero di Jesse”, la maggiore espressione artistico-monumentale del Ferraro. E con la riapertura della chiesa di San Domenico sono tornate al loro posto originario le tele che erano state trasferite sul finire degli anni ’60. Prima fra tutte la copia su tavola della Caduta sulla via del Calvario di Raffaello, del 1574 e realizzato da Giovan Paolo Fondulli. L’originale fu dipinto da Raffaello per la chiesa di Santa Maria dello Spasimo (da qui chiamata anche “Spasimo di Sicilia”) e successivamente venduta a Filippo IV di Spagna e attualmente esposta al museo del Prado. Sotto la copia sistemata nella chiesa a Castelvetrano si trova il monumento sepolcrale in marmo, con figura del giacente Ferdinando d’Aragona Tagliavia morto nel 1549. Tra le opere che ora si possono ammirare nella chiesa anche il dipinto su tavola rappresentante la Circoncisione di Gesù, del 1580, ospitato in una magnifica cornice di legno dorato e dipinto. Sempre del Fondulli, in fondo alla navata di destra, è stato collocato il dipinto raffigurante la Sacra Famiglia e santi del 1573, proveniente dal palazzo vescovile di Mazara del Vallo. Ad esprimere soddisfazione per la riapertura dello storico luogo di culto del centro belicino anche Legambiente Sicilia. "Siamo contenti - si legge in una nota - contenti perch´ finalmente viene restituito, non solo ai castelvetranesi ma a tutto il mondo, uno scrigno meraviglioso, di una bellezza incommensurabile; soddisfatti, e perfino orgogliosi, perch´, con la nostra campagna Salvalarte, abbiamo dato, dal lontano 2005, il nostro contributo di stimolo, vigilanza e mobilitazione per raggiungere questo obiettivo".
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Commenti |
08/02/2014 - come siciliano sono felice per la riapertura della chiesa con i suoi capolavori (chiavola.francesco) |
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