Inserita in Un caffè con... il 28/11/2019
da Cinzia Testa
Prescrizione: le due facce della medaglia
Ancora una volta il governo è diviso e stavolta il motivo scatenante è quello dell’entrata in vigore della riforma della prescrizione. Ormai con il 2020 alle soglie gli animi si scaldano e i pareri contrari si sentono a gran voce. La spaccatura è tra M5S, favorevole all’entrata in vigore della legge da gennaio, e PD, che chiede un rinvio della norma e un ripensamento dell’intero sistema. Conte dal canto suo ha dichiarato che la riforma si farà, e nei tempi prestabiliti (d’altronde ormai c’è ben poco da dibattere considerando che la proposta è ormai legge). Ma vediamo brevemente il nocciolo della questione: se da un lato l’abolizione della prescrizione eviterà a tantissimi condannati di farla franca a causa delle lungaggini burocratiche dello stato italiano, dall’altro, emergerà un’altra faccia della medaglia perlomeno inquietante.
Abolendo la prescrizione si scatenerà un meccanismo che lascerà i cittadini appesi al filo della giustizia per un tempo indefinito. Dunque, sebbene in linea teorica l’abolizione della prescrizione si confermi come conquista di civiltà (come dichiara il Ministro Bonafede), dall’altro rischierà di condannare a un iter senza fine i cittadini che verranno intrappolati in una spirale senza tempo.
Togliere da un lato e mettere dall’altro non renderà equa la nostra giustizia. Bisognerebbe in realtà pensare a una riforma della prescrizione che vada di pari passo con la riforma dei processi e che sia in grado di accorciare significativamente i tempi degli stessi garantendo conclusione di percorsi che altrimenti potrebbero non concludersi mai.
Cinzia Testa
|
|