Inserita in Cronaca il 03/10/2019
da Cinzia Testa
Il mare, l’avventura, la traversata atlantica, il gommone, il Rotary e Sergio Davì 6500 miglia, quasi tre mesi di navigazione, il cuore ricolmo di gioie e di emozioni di Antonio Fundarò
Il mare è da sempre una fonte inestinguibile di apprendimento e di stupore. Gli orienti infiniti, i paesaggi mutabili, il segreto dei fondali, la manifestazione frequente ed emozionante delle creature marine, la bellezza e le cose ignorate e inattese della navigazione sono tutti elementi di una natura multiforme e attraente di fronte alla quale non si può che rimanere astatici, interessati ed espugnati. E se oggi conosciamo un po’ di più di prima e meglio gli oceani e i loro abitanti, se possediamo una divulgata cultura marinara e una migliore consapevolezza della ricchezza e della fragilità di questi ecosistemi, lo dobbiamo pure a personaggi grandiosi, fantastici e irripetibili, affascinanti, come Sergio Davì, palermitano, che hanno svelato e testimoniato le meraviglie, raccontato i drammi e le storie umane, grazie anche alla loro passione, allo spirito di avventura, all’inconsueto amore per la natura, per il creato ingenerale, alla curiosità che, nella vita di ciascuno, non guasterebbe mai. Chi si è avvicinato al mare, forse anche Sergio Davì, molti di noi, per la verità, lo hanno fatto grazie e soprattutto a episodi storici, avventure, viaggi e incidenti, affrontati da libri d’avventura e da pellicole cinematografiche. Sergio Davì è, tra i tanti libri letti e le tante pellicole visionate, la migliore narrazione marinaresca, tra le più significative, che non dovrebbero mancare nella vita di ciascuno di noi. Leggere, con attenzione e interesse, sulla pagina Facebook di Sergio Davì, la sua avventura, giorno dopo giorno, miglia dopo miglia, nazione dopo nazione, la sua avventura, è qualcosa che ti trasporta velocemente nel mondo dell’avventura e si impossessa di te. La sua IceRIBChallenge, iniziata il 25 giugno e terminata il 12 settembre, è stata una avventura straordinaria, certamente, la prima al mondo di questo tipo, che ha portato Sergio Davì da Palermo a New York, passando per le Isole Baleari, la Spagna, il Portogallo, la Francia, il Regno Unito, l’Irlanda, per l’Islanda, per i ghiacci della Groenlandia e per le Isole Farø, per il Canada, imbattendosi in tempeste e uragani, gustando i sapori d’una molteplicità di identità culturali, sentendo, addosso, il brivido dell’imprevisto, a bordo di un gommone Nuova Jolly Marine Prince 38CC di 11 metri, motorizzato con due fuoribordo Suzuki Italia Marine DF350A dual prop, che lo hanno accompagnato, senza risparmiare energie, in circa 6.500 miglia in quasi tre mesi di navigazione. Ma Sergio Davi è anche un uomo di scienze e la sua missione non poteva che avere obiettivi a carattere scientifico. In primis, naturalmente, l’attualissima lotta contro l’inquinamento da microplastiche. Per queste ragioni ha co-partecipato alla missione anche il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e l’IZS Sicilia (Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Sicilia) che, proprio facendo leva sui rilevamenti compiuti da Sergio Davì durante la lunga e affascinante traversata, piloteranno peculiari ricerche per valutare quantitativamente lo stato di salute del nostro oceano Atlantico e dei nostri mari. Scrive Ermanno Bencivenga «A lungo andare gli occhi si abituano al mare incendiato di luce (…). Allora non noti più neanche i colori, non ti stupiscono più i profili severi delle colline, la consistenza friabile dell’arenaria, è come tutto potrebbe sbriciolarsi da un momento all’altro ma non lo fa, e continua il miracolo del suo improbabile rimanere sospeso e sostenerti mentre cammini, tra cielo e mare». Lo stesso cielo e mare che Sergio Davì ha narrato, giornalmente, attraverso le sue dirette, i video postati, le centinaia di fotografie e post. Perché i suoi occhi, forse, si sono già abituati a questi colori e alle distese di luce riflessa sull’azzurro, ma quelli dei suoi ammiratori, degli sportivi appassionati d’avventura, proprio no. Com´è incantevole il mare al chiarore, l´onda che vezzeggia gradevolmente il gommone, il sole all´orizzonte che germoglia e l´aria sempre fresca, umida, talvolta fredda, frizzante. Passeggiare sull’oceano, ascoltarne il suo respiro profondo, odorare, con profondità d’animo, il suo profumo intenso. E poi arrestarsi, come ha fatto più volte Sergio Davì, e rimanere a osservare questo smisurato continuo moto fino a dove l´occhio può giungere. Ecco il Sergio Davì che ha vinto la sua scommessa connettiva, quella che ha permesso di congiungere, attraverso questa immensa autostrada del mare, popoli, terre, culture, donne e uomini, pensieri e sensazioni, paure e speranze. Perché le sensazioni che si provano, quando si taglia l’oceano, e s’attraversano i mari in compagnia della solitudine profonda, nel silenzio più profondo, sono infinite. Il mio respiro diviene il suo. L’uomo e il mare. Un richiamo che avviene, lentamente, compiendo, miglia dopo miglia, questa immersione temporale e spaziale, nelle sue acque. Sergio Davì, ha accompagnato chiunque avesse voluto andare oltre il contingente della quotidianità, lungo il cammino che abbraccia l’uomo al sé proiettato oltre l’orizzonte. Mille brividi percorrono il corpo di chi scorre la barra su Facebook lasciandosi trasportare dal vento dell’irrazionale e liberando il pensiero dal divenire cosmico. Viaggiare, solcare il mare, è come rinascere ogni volta. E di questa rinascenza, Sergio Davì, ospite del Rotary Club Montepellegrino, guidato dal presidente Filippo Cuccia, ne è stato il protagonista più autorevole e sincero, in compagnia della moglie Elena Foddai che, pur se da lontano, ha vissuto, dentro, il viaggio del suo Ulisse.
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