Inserita in Cronaca il 18/09/2019
da Cinzia Testa
Ventidue lettere degli alunni della scuola Renato Guttuso di Carini al Santo Pontefice «Se la scuola ci insegnasse ad essere uomini migliori, questo solo basterebbe per permetterci di crescere ed essere diversi dai tanti che, oggi, vorrebbero ritagli
Sono ventidue le lettere che gli alunni della classe V sezione A, del plesso Vanni Pucci, dell’istituto comprensivo Renato Guttuso di Carini (diretto dal dirigente scolastico prof.ssa Valeria La Paglia), hanno spedito, questa mattina, al Santo Pontefice, per inaugurare con nuove premesse culturali e relazionali un anno scolastico, il 2019-2020, all’insegna dell’amore e del rifiuto dell’odio. Le lettere,fa presente il prof. Antonio Fundarò promotore di un percorso di accoglienza finalizzato alla “integrazione delle differenze positive” e alla crescita “umana, sociale e culturale” , sono il frutto proprio di questa scommessa per un mondo diverso, accogliente, adatto a tutti e con prospettive di vita e di crescita per tutti. Scrive Eleonora Alagna “Ciao Francesco, possiamo chiamarti così, vero? Saranno in tanti a scriverti, ma siamo certi che la nostra sia una lettera diversa dalle altre e che meriti una tua attenzione. Possiamo darti del Tu? E se non possiamo darlo a te a chi sennò, in questo mondo dove i piccoli, siamo sempre troppo piccoli per essere ascoltati”. E si presentano, come scrive l’alunni Giada Scalici scrivendo “Siamo gli alunni della 5 A del Plesso Vanni Pucci della scuola primaria Renato Guttuso di Carini, una piccola cittadina, a due passi da Palermo e, principalmente, da Capaci, lì dove sono esplose le nostre speranze, come ci raccontano i nostri genitori e il nostro Antonio”. E riferendosi al prof. Antonio Fundarò, scrive Giorgio Cariori “Si, il nostro insegnante Antonio, che non smette mai di farci riflettere sui grandi temi che non dovrebbero mai essere dimenticati. La legalità ma, prima di tutto, la solidarietà, l’amore, l’accoglienza; in una parola l’amicizia”. E continua Filippo Carcioppolo “Ci ripete - il nostro insegnante - sempre e costantemente, che prima di tutto dobbiamo essere amici e che la nostra città dobbiamo intenderla come una grande famiglia dove tutti hanno il diritto di viverla. E lui ci fa sentire una grande famiglia”. “Tutti, e non solo una parte di essa” ribadisce Antonino Crucillà. “I colori – precisa Giorgio Carioti - rendono armonioso il creato, perché mai dovrebbero dividerci. Antonio ci ripete sempre che dobbiamo impegnarci a colorare di più la nostra vita con i colori delle diverse libertà, delle diverse razze, delle diverse religioni, dei diversi gusti”. E continua Aurora Chilà “Questi sono i veri colori che, purtroppo, oggi dividono l’umanità”. “E noi – continua Vita Di Mercurio” dobbiamo impegnarci, come dici tu, Papa Francesco, affinché l’educazione sia soprattutto relazione”. “Sì, relazione tra persone tutte uguali, tutte belle, tutte giuste, tutte buone, tutte dolci” puntualizza Mattia Genova. Scrivono Nicholas Giugno e Salvatore Giambanco “Quanto sarebbe bello poterti vedere giocare con noi, poterti raccontare le nostre paure, le preoccupazioni, forse troppe, dei nostri genitori, e leggerti le nostre poesie”. “Potremmo portarti i quadri, realizzati con la tempera, che raccontano le tante tragedie del mediterraneo” ricorda Pietro Ventura. “Piangeresti pure tu, come fa, di nascosto, il nostro insegnante Antonio, leggendo i numeri di quella tragedia” tiene a precisare Irene Vallone. “E mentre noi torniamo a scuola, con il nostro zaino nuovo, i colori, il diario, il vestito del primo giorno” premette Giuseppe Tedesco, “c’è ancora chi cammina per anni a piedi, poi si imbarca, e spesso muore” continua Giorgia Pumo, “per regalare al proprio figlio, non una maglietta nuova, o le scarpe, il pantalone o la gonna, ma un futuro degno d’essere chiamato così da indossare per tutta la vita” concludono Riccardo Pirrotta e Salvo Mortillaro. E scrivono le gemelle Alice e Asia Mazzola “Se la scuola ci insegnasse ad essere uomini migliori, questo solo basterebbe per permetterci di crescere ed essere diversi dai tanti che oggi vorrebbero ritagliarci, addosso, un vestito fatto di odio”. “Quanto sarebbe bello, Papa Francesco, condividere con Te e con tanti bambini del mondo una giornata insieme, per darci luce, per darci forza” sperano ad alta voce Sofia Marotta e Serena Maltese. “Su, Francesco, dipingiamo insieme il nostro futuro…” scrive Emanuele Lorello. E conclude Asia Lo Piccolo “Diamo colore ad un mondo troppo in bianco e nero… anzi, troppo bianco”. “Con affetto sincero, i tuoi bimbi colorati di Carini” concludono i bambini della 5 A del plesso Vanni Pucci dell’ICS Renato Guttuso di Villagrazia di Carini, in provincia di Palermo.
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