Inserita in Cultura il 08/08/2019
da Cinzia Testa
Teatro come introspezione e scuola di vita: iniziative Anas volte a sottolinearne il ruolo sociale
Recitare permette di gettare via le convenzioni giornaliere per far posto al proprio mondo interiore. In scena si buttano giù le maschere quotidiane per indossarne altre, molto spesso mutevoli. Il mutamento di ruolo, l’appropriazione di una personalità altra, arricchiscono l’individuo donando lui una maggiore di coscienza di sé e consentendogli un abbandono delle forme stereotipate. Tale attività, nata nel mitico mondo greco, ha attraversato tutti i periodi storici, mutando con essi senza mai sfiorire; il motivo per cui ha mantenuto questa linfa vitale è da ricercare nelle sue funzioni.
In primis troviamo una funzione sociale: la rappresentazione teatrale, essendo di natura collettiva consente di sviluppare un carattere fondamentale per l’uomo, cioè la capacità relazionale. La relazione con l´altro aiuta a rispondere agli interrogativi a cui da soli è difficile o impossibile dare una risposta. Inoltre la recitazione aiuta a forgiare il carattere dell’individuo che sul palco si sente parte attiva del mondo, un agente della vita. Si pensi all’etimologia della parola “dramma” derivante dalla tradizione greca drao”, che significa opero, agisco.
Abbiamo intervistato il presidente Anas (Associazione Nazionale di Azione Sociale) della regione Puglia, Luigi Favia, che ci ha spiegato quanto conti la funzione sociale di questa attività:
“L’associazione Anas, consapevole del ruolo educativo e terapeutico che l´attività teatrale ricopre, si occupa di organizzare laboratori rivolti a tutte le fasce d´età. In particolare focalizza la sua attenzione su bambini ed anziani per l´importanza di tale attività in questi periodi di vita.
Per gli anziani la recitazione ha un ruolo fondamentale perché li riporta a essere protagonisti della loro vita. Un anziano che recita ritrova la carica che aveva perso essendo privo di stimoli, e inoltre al contempo, dovendo imparare delle parti a memoria, allena le sue capacità mnemoniche, che essendo proiettate nel ricordo diventano più elastiche e produttive.
Per i ragazzi i benefici della recitazione sono molteplici: recitando imparano a gestire le emozioni e a canalizzarle, forgiano il carattere in maniera differente, più consapevole, la socializzazione avviene con più facilità anche grazie allo sviluppo dell´autostima. Sul palco, acquisendo coscienza di sé, si abbandona la timidezza per far spazio all´estro. Recitare inoltre permette ai bambini di abbandonare gli schemi troppo rigidi dovuti a norme sociali-familiari ferree; molto spesso i freni imposti dai genitori non consentono il pieno sviluppo della personalità del giovane, che si sente continuamente frenato e di conseguenza reprime alcuni lati caratteriali. Indossando una maschera invece, è libero di mostrare le sue parti più nascoste e impara a conoscere le lande inesplorate del proprio io.
Essendo il teatro un’attività in grado di far vagare la mente anche laddove la realtà è un poco ostica, abbiamo pensato anche a chi ha proprio il bisogno di cambiare prospettiva: si pensi ai detenuti, che vivono una routine molto ripetitiva. Per loro, il coinvolgimento in un’attività simile può migliorarne il benessere psico-fisico. In virtù di ciò stiamo facendo del nostro meglio per ottenere le autorizzazioni per organizzare attività teatrali nelle carceri e per ampliare il nostro operato".
Cinzia Testa
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