Inserita in Un caffè con... il 08/08/2019
da Cinzia Testa
L´istruzione è l’arma più potente che si possa utilizzare per cambiare il mondo”
La scuola, oggi più che mai, dovrebbe essere valorizzata sotto tutti i profili, ad iniziare dalla retribuzione dei docenti, altamente al di sotto delle medie europee e al di sotto di tantissimi paesi la cui retribuzione media è molto più bassa di quella italiana; come ha sostenuto Socrate, la scuola dovrebbe essere valorizzata in quanto luogo di cultura.
Il salario di un docente dovrebbe essere pagato molto di più, perché tale figura con il suo lavoro si preoccupa e si occupa della formazione delle nuove generazioni e quindi della costruzione del futuro.
Abbiamo trovato particolarmente atipico il fatto che di fronte a tante polemiche sulla regionalizzazione della scuola, di fatto tale questione sia stata ugualmente portata avanti, sommessamente. Nel senso che oggi le assegnazioni e i provvedimenti sono tutti regionalizzati; l’assegnazione, che è un provvedimento a carattere nazionale, già da oggi viene gestita dai contratti decentrati.
Quindi, dinnanzi a tante contrarietà sollevate sulla regionalizzazione, si può pensare che il vero motivo di tali polemiche sia stato quello di impedire che ci potesse essere un’adeguata retribuzione regionale e quindi un aumento dignitoso e decoroso degli stipendi.
Sarà che l’obiettivo di tali contrasti non era quello di impedire la regionalizzazione, che di fatto è già partita, bensì quello di impedire l’aumento di tali stipendi?
Questa classe politica non si rende conto di come la scuola formi non solo i loro figli, ma i figli dell’intera società, che non è valorizzata adeguatamente.
Il risultato non può che essere purtroppo, mediocre. L’Italia, come noto, è al venticinquesimo posto in Europa per livello culturale, e questo che in buona parte dipende dalla classe docente, è anche e soprattutto da attribuire alla politica, che non ha saputo creare le condizioni affinché la scuola possa partorire, come è stato in passato, risultati ottimali.
L’Italia che vantava, anche a seguito della Riforma Gentile, una tra le migliori scuole del mondo, ad oggi, dopo 70 anni è ridotta ad essere all’ultimo posto si può dire in Europa e a una posizione preoccupante a livello mondiale.
È chiaro che un livello culturale basso abbassa tutto il sistema, impedendo così la crescita dello sviluppo e dell’occupazione. Pertanto, se la classe politica vuole veramente che le cose in Italia cambino, deve imparare a valorizzare in modo intelligente e costruttivo la scuola ricordando, per usare le parole di Mandela, che l’istruzione è l’arma più potente che si possa utilizzare per cambiare il mondo”, seme per creare le condizioni e le basi per un futuro migliore di questo meraviglioso paese.
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