Inserita in Un caffè con... il 23/07/2019
da Cinzia Testa
Ponderare prima di giudicare: una riflessione sul lavoro degli insegnanti
Molte volte si tende a giudicare frettolosamente una situazione, ritenendola semplice o migliore della nostra, vedasi il caso della professione dell’insegnante. Molto spesso si sente dire: “ certo, loro fanno un part-time e poi hanno la giornata libera”, oppure “magari avessi anche io quattro mesi di vacanza!”. Ma, siamo sicuri che insegnare in Italia sia il lavoro dei sogni?
Chi crede che non sia un lavoro faticoso probabilmente non si è mai seriamente fermato a riflettere su questa professione.
Criticati e invidiati per le loro 18 ore settimanali, in realtà sono degli incompresi. Insegnare è faticoso perché comporta un doppio impegno: culturale e umano. Chi insegna deve prima di tutto essere un pedagogo, e stare attento ai bisogni dei ragazzi.
E i tanto invidiati 4 mesi di ferie retribuiti? Si accorciano drasticamente se consideriamo gli svariati consigli di classe, gli scrutini, i corsi di recupero, gli esami per recupero debiti previsti a settembre.
E la formulazione dei programmi? La preparazione delle lezioni? La correzione dei compiti? E i corsi di aggiornamento? Ci sono tantissime attività extra-curriculari che gravano sulle loro spalle.
Dulcis in fundo, arriviamo agli stipendi: tanta fatica e impegno extra-scolastici per guadagnare 1.400 euro a fronte di giornate intere spese a dedicarsi a questa “missione”. Sì, perché più che di un lavoro si può parlare di missione, l’insegnate cura, coltiva, alleva un ragazzo, per aiutarlo a prendere il giusto percorso nella vita, per insegnargli a pensare autonomamente. D’altronde Il termine “insegnare” deriva dal latino insignare composto dal prefisso “in” unito al verbo “signare“, con il significato di segnare, imprimere e che a sua volta riconduce al sostantivo “signum“, che significa marchio, sigillo. L’attività dell’insegnante, quindi, lungi dal limitarsi alla trasmissione del sapere fine a se stesso, consiste nel “segnare” la mente dell’alunno, fornendo lui un metodo di approccio alla realtà, che va ben oltre lo studio.
E come può una professione così nobile essere deprezzata e svalutata a tal punto? All’estero, gli stipendi medi degli insegnanti superano, anzi seminano quelli nostri. Cerchiamo di dare il giusto valore alle cose comprendendone l’essenza. Saper insegnare è una dote, non lasciamo che la volontà di trasmettere il sapere si spenga a causa di sbagliate valutazioni.
Cinzia Testa
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