Inserita in Politica il 10/03/2019
da Direttore
TAVOLO TECNICO E POLITICO MAGISTRATURA ONORARIA del 7 MARZO 2019
A conclusione dell’incontro del 7 marzo 2019, nel quale si sono tenuti i tavoli tecnico e politico sulla controriforma della magistratura onoraria, le scriventi organizzazioni, A.N.M.O., Confederazione Giudici di Pace, M.O.U. ed U.N.I.M.O. ritengono doveroso esprimere i propri ringraziamenti all’On.le Morrone, in primis, per aver lavorato strenuamente alla ricerca di un punto di incontro, quasi impossibile, tra le diverse istanze che convergono sul tema, che non è solo sindacale, della magistratura onoraria.
Non si tratta di un risultato scontato, ne è riprova il fatto non controvertibile che per vent’anni di auspicata riforma organica, solo nel 2017 si è approdati ad un tentativo di legislazione reso possibile solo grazie ad un piglio unilaterale del già Ministro Orlando e con pessimi risultati.
Le premesse non erano certo incoraggianti e per questo motivo le scriventi insistono per esprimere apprezzamento verso l’iniziativa coraggiosa di aprire un dibattito tra figure quasi mai convergenti negli obiettivi e nelle modalità di espressione, come del resto hanno dimostrato anche le associazioni di categoria nella fase preparatoria del tavolo tecnico.
Purtuttavia, consci della necessità di addivenire ad una soluzione di contro riforma prima che gli effetti devastanti della legge Orlando divenissero definitivi e conducessero 5.000 famiglie sul lastrico, anche le più recalcitranti figure associative hanno dato prova di maturità e senso pratico conferendo allo schema offerto dai tecnici ministeriali un segnale forte di incoraggiamento ad andare oltre.
Appare essenziale ricordare, anche per gli affezionati della polemica, il punto di partenza ossia gli effetti in fieri della riforma Orlando: retribuzione di euro 16.000 lordi, una permanenza in servizio per un totale di 4 quadrienni, limiti consistenti nelle funzioni giurisdizionali autonome, nessuna possibilità di trasferimento, incompatibilità stringenti nonostante un’impostazione delle funzioni come residuali rispetto ad altro lavoro, nessuna modulazione del disciplinare, nessuna tutela della malattia e maternità, praticamente una disfatta.
Ebbene, alla luce di quanto è stato illustrato in sede di tavolo tecnico e politico appare che il progetto capillare di controriforma da noi prospettato possa trovare ingresso in quello del legislativo, in quanto la nostra proposta prevede: l’ufficio per il processo su base volontaria; il compenso dignitoso proporzionale al lavoro prestato; disciplina in caso di maternità e malattia; un sistema previdenziale; la permanenza in servizio sino al limite di età anche oltre i 4 mandati quadriennali; un regime d’incompatibilità meno stringente; la possibilità, in casi tassativi, di trasferimento e la modulabilità dei disciplinari.
A tali punti programmatici peraltro il Ministero ha aggiunto l’opzione che consentirebbe al magistrato onorario di scegliere di continuare a svolgere le proprie funzioni finora svolte con pagamento a cottimo secondo l’attuale sistema, quale chiara apertura anche a chi in questi ultimi anni ha tratto maggiore soddisfazione da questo.
Per questi motivi, previa immediata e veloce consultazione con la nostra base, abbiamo dato fiducia allo schema di bozza, sul quale però ci si permetta di porgere alcune osservazioni, come del resto illustrate in sede di tavolo politico.
La determinazione della scelta tra la opzione a cottimo e quella a forfait non può, però, prescindere da garanzie fornite da una legislazione precisa, in particolare, sui seguenti punti:
la previsione del raggiungimento del limite di età in linea con quello previsto per la professione forense, che attualmente è di 70 anni; la previsione del carattere volontario dell’inserimento nell’ufficio per il processo, in fatto di distribuzione del personale onorario negli uffici; il rispetto di criteri di distribuzione razionale ed oggettiva del lavoro, in funzione all’impegno scelto, precisando che per le attività di studio del fascicolo e di redazione dei provvedimenti non verrà richiesta la presenza in ufficio; una precisa individuazione del concetto di ‘impegno’ (ossia che tre impegni equivalgono ad una udienza settimanale e due udienze straordinarie mensili); una disciplina e garanzia delle funzioni giurisdizionali autonome sia per i giudicanti sia per i requirenti anche e soprattutto con riguardo alla materia penale e dei collegi. Inoltre, la previsione di un trattamento previdenziale obbligatorio, a carico del magistrato onorario e soprattutto senza garanzia di una copertura pensionistica al termine dei 70 anni per coloro che non hanno maturato minimi contributivi, non appare in linea con i principi europei.
I livelli retributivi appaiono, infine, al limite della accettabilità; è ampiamente migliorabile dunque l’offerta economica, come del resto promesso dal medesimo sottosegretario Morrone all’esito del tavolo politico, a ciò potendo pervenirsi mediante una diversa modulazione degli impegni; un diverso trattamento fiscale delle indennità e, soprattutto, mediante l’aumento degl’importi previsti per le indennità a cottimo e la possibilità per tutti di optare per il pagamento tramite giudici.net, sin da subito.
Lo schema illustrato dal legislativo invero contiene spunti programmatici che ben possono essere svolti nel dettaglio mediante il lavoro depositato in sede di tavolo tecnico e, per tali motivi, chiediamo si possa da esso trarre ispirazione nella fase di elaborazione dell’articolato nel più breve tempo possibile.
Manifestiamo dunque la nostra piena disponibilità a collaborare nella redazione della normativa di dettaglio ai fini sopra indicati, salutando con favore una iniziativa ministeriale che ha condotto compattezza sindacale da anni auspicata.
Roma, 10 marzo 2019
Per i direttivi A.N.M.O. C.G.d.P M.O.U. U.N.I.M.O.
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