Inserita in Politica il 27/01/2019
da Direttore
Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2019: la questione della magistratura invisibile
Scarsità di organico dei magistrati professionali, scarsità del personale amministrativo, prescrizione delle cause penali in secondo grado in crescita: questo il quadro emerso nella ricostruzione generale offerta dalle varie Corti di Appello italiane nelle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario 2019.
Saluti a tutti i presenti, a tutti gli operatori del settore giustizia, saluti anche agli studenti presenti a saggiare la consistenza della giustizia italiana per orientarsi per il futuro lavorativo, rari i tributi alla magistratura onoraria pur presente ovunque ed ovunque autorizzata a presentare un proprio discorso.
Eppure, si tratta di una componente rilevante sia sul piano numerico, in quanto equivale al 50% dell’organico dei magistrati professionali, sia sul piano funzionale, perché ricopre la totalità della funzione giurisdizionale di pace (ben nota ai cittadini per la sua prossimità a livello comunale), sia il 90% delle funzioni della pubblica accusa nei processi monocratici, e quasi il 60% delle funzioni giurisdizionali nei tribunali raggiungendo picchi in quelli di provincia.
Non è un caso che dalle Corti di Appello giungano messaggi di riconoscimento del valore essenziale della magistratura onoraria nel sistema giudiziario italiano, altrove invisibile, e si accenni all’auspicio che l’attuale governo riveda l’impianto delle riforme attualmente in itinere ereditate dal precedente governo.
Citiamo con gratitudine i Presidenti delle Corti di Appello di Bologna, di Firenze, di Perugia, Brescia, Reggio Calabria, Potenza ma soprattutto, ringraziamo la Presidente della Corte di Appello di Cagliari, Gemma Cucca, il cui discorso è stato improntato a sincera onestà intellettuale, sottolineando come “le riforme introdotte o da introdurre dal Governo, pur condivisibili se finalizzate alla risoluzione dei problemi della Giustizia, potrebbero non produrre gli effetti sperati se non si interviene su altre situazioni”. A tal proposito, la Presidente, riconoscendo che la magistratura onoraria costituisce “una risorsa ineludibile, dall’indispensabile supporto”, ha altresì manifestato forte preoccupazione per il fatto che la riforma (che entrerà in vigore dal 2021) che, da un lato, conferirà più competenze e dall’altro, limiterà fortemente la facoltà di lavorare per più di due impegni giornalieri a settimana, non potrà che “scatenare effetti devastanti”. Del resto, continua la Presidente, “Ai magistrati onorari sono affidate quasi tutte le udienze monocratiche e negli Uffici delle Procure, numerosissimi affari semplici, compresi i procedimenti per reati di competenza del Giudice di pace, la cui gestione non può essere affidata ai magistrati togati senza compromettere irrimediabilmente la trattazione, da parte di costoro, degli affari più rilevanti”.
Giova ripetere che la soluzione è in tasca, sarebbe sufficiente accogliere la proposta CGdP-UNIMO presentata al tavolo tecnico istituito dal Ministro Bonafede e presieduto dal sottosegretario Morrone; tale proposta, condivisa dall’Associazione Nazionale Magistrati, oltre a garantire il funzionamento della giurisdizione e tutelare di diritti e le legittime aspettative dei magistrati onorari, soddisfa il pur difficile vincolo dell’invarianza finanziaria.
Il tavolo tecnico per la controriforma è ancora aperto e le speranze che dal saluto del Ministro Bonafede ai colleghi fiorentini quest’oggi segua un pronto accoglimento delle istanze di tutela, garanzia, riconoscimento economico e previdenziale che sono la base di uno Stato di diritto, tanto invocato per giustificare le prossime riforme del sistema civile e penale, ma mai invocato per riconoscere la legittima esistenza alla magistratura invisibile ai più.
Unione Nazionale Italiana Magistrati Onorari Confederazione Giudici di Pace
|