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Inserita in Politica il 14/01/2019 da Direttore

La Lega lancia il progetto di rilancio dell´aeroporto Vincenzo Florio per salvare l´economia del Trapanese

La
Gelarda: "Riqualificare le infrastrutture in Sicilia per vincere la sfida dello sviluppo. 
Birgi al collasso, ma anche treni lumaca e strade colabrodo: Musumeci non chiuda gli occhi di fronte a tutte queste mancanze".


Marsala, 14 gennaio 2019

“La Lega punta al rilancio dell’aeroporto di Birgi come sfida da vincere per avviare in Sicilia la riqualificazione di tutto il sistema delle infrastrutture". 

Lo dice Igor Gelarda, responsabile regionale enti locali del partito guidato dal vicepremier e ministro dell´Interno Matteo Salvini, lanciando a Marsala il progetto della Lega per l´aeroporto di Trapani. 

"Senza infrastrutture moderne e efficienti - aggiunge Gelarda - la Sicilia non sarà mai al passo con gli standard del Nord Italia e del resto d’Europa. Treni lumaca, strade colabrodo in ogni angolo dell´Isola: il presidente della Regione Nello Musumeci non chiuda gli occhi di fronte a tutte queste mancanze, che impediscono lo sviluppo economico e turistico di una terra bellissima ma abbandonata. La Lega si batterà in ogni sede istituzionale, dalla Regione a Bruxelles, per dare alla Sicilia infrastrutture, crescita e lavoro. Tutte cose - conclude Gelarda - che né la vecchia classe politica, né gli amministratori attuali hanno mai fatto”.

Ad illustrare tecnicamente il progetto per la rinascita di Birgi, davanti ad una folta platea radunata presso il complesso monumentale San Pietro, è Salvatore Ombra, ex presidente di Airgest, il manager che tra il 2007 ed il 2012 portò l’aeroporto a quasi 2 milioni di viaggiatori. 

“Birgi è un aeroporto praticamente in chiusura - esordisce Ombra . Nel 2007, quando lo presi in mano per rilanciarlo, aveva pochissimi passeggeri. Con Ryanair, l’ho portato da 300 mila a quasi 2 milioni di passeggeri, posizionandolo dal 29° al 17° posto della classifica dei 32 aeroporti importanti italiani. Cosa si può fare oggi per Birgi? Per prima cosa, ci vuole la volontà del territorio di salvare lo scalo. E non attraverso le visite più o meno istituzionali degli ultimi tempi, che non hanno portato a nulla di concreto. Quando parlo di volontà di salvare Birgi - precisa il manager - mi riferisco agli impegni economici presi e non mantenuti, proprio dal territorio, verso Ryanair. Mi risulta, infatti, che la compagnia irlandese vanti ancora arretrati per circa 500 mila euro dai comuni trapanesi per gli accordi di co-marketing. Siamo realisti: Ryanair può essere sempre interessata a volare sul Trapanese, ma prima gli si saldino i debiti. Solo allora potrà partire una trattativa seria con la Regione". 

Messo a posto il passato, Ombra traccia la nuova strada per lo sviluppo del Vincenzo Florio: "Bisognerà contattare le compagnie aeree, quelle che hanno manifestato il maggiore interesse, con in testa comunque sempre Ryanair, per convincerle sulla bontà di un progetto di rilancio messo a punto insieme ai comuni per dare vita ad un’azione di sviluppo che abbracci tutta la provincia di Trapani. Sia chiaro: se non diamo una prospettiva ampia di sviluppo a Birgi, nessuna compagnia aerea investirà sul Trapanese. In questa direzione, in primis dovrà fare la sua parte proprio l’aeroporto, in qualità di soggetto che gestisce l’entrata e l’uscita dei passeggeri, mentre dall’altra parte ci dovrà essere il territorio disponibile ad accogliere i visitatori". 

Ombra conclude dando una visione di futuro per Birgi, come per tutto il comparto aeroportuale siciliano. "Sono convinto che il modello vincente oggi siano i sistemi aeroportuali che consentono di gestire le rotte su un determinato territorio. Non credo alle fusioni delle società aeroportuali, come avviene al momento a Trapani e Palermo. E non ritengo che Birgi oggi abbia bisogno di una nuova compagnia, basta attrarre quelle già esistenti in Europa. Studi inoltre rivelano che gli aeroporti in Sicilia potrebbero assorbire ancora 21 milioni di passeggeri. L’Irlanda, per fare un paragone, ne gestisce 30 milioni. Ecco, noi siamo ben lontani da questa cifre. E non c’è più tempo da perdere. Se vogliamo davvero salvare Birgi - conclude Ombra - entro 18 mesi al massimo dovremo dargli un sistema di gestione che gli consenta di puntare a 3 milioni di passeggeri. O sarà la fine”.

All´incontro, al quale ha presenziato il sindaco di Marsala, Alberto Di Girolamo, sono intervenuti il deputato della Lega Leonardo Tarantino, componente della commissione Finanze, Andrea Cassani, sindaco leghista di Gallarate, comune che con lo scalo di Malpensa ha vissuto e vive momenti complessi, simili se non più drammatici di quelli di Birgi, e Tommaso Dragotto, imprenditore siciliano alla guida della Sicily by car, società di autonoleggio presente negli aeroporti di tutta Italia. 

“Per Birgi come per tutta la Sicilia - dice Tarantino - il turismo è la chiave di volta per creare ricchezza e lavoro. In questa direzione, l’Isola non può prescindere da una rete aeroportuale adeguata. Dove volano i passeggeri non lo decide la politica, ma l’attrattività di un territorio. La politica crea sinergie fra il tessuto economico locale e l’aeroporto. Sono stato sindaco di Samarate, un comune poco distante da Milano, che qualche anno fa ha visto uno scalo importante come Malpensa messo in ginocchio dall’addio di Alitalia a favore di Fiumicino. L’aeroporto ha saputo rialzarsi e tornare a correre. È il mio auspicio per Birgi - conclude Tarantino - e per tutta la provincia di Trapani”.

“Gli aeroporti sono una risorsa fondamentale per i territori - dice Cassani - e ogni territorio deve spendersi per salvaguardare i propri scali: a Milano come a Trapani. L’aeroporto di Malpensa, nel 2017, contava 539 attività produttive con oltre 19 mila lavoratori. A Gallarate, invece, comune con 53 mila abitanti, la ricaduta occupazione era di quasi 1.600 occupati, 300 dei quali impiegati direttamente in Sea, la società aeroporti milanesi. In passato, si stimavano mille occupati tra aeroporto e indotto per ogni milione di passeggeri. Numeri oggi inferiori con i voli low cost. Ma a Birgi - conclude Cassani - grazie al turismo si potrebbe creare un indotto di occupati molto superiore a mille occupati per milione di passeggeri”.

"Lo scalo di Birgi deve essere gestito dai privati - dice Dragotto - altrimenti potrebbe non avere scampo. E non sono d´accordo con il presidente Musumeci che parla di un accordo con Palermo. Birgi dentro Gesap: ma come si fa a pensare una cosa del genere? Un aeroporto in salute come il Falcone e Borsellino insieme ad uno scalo praticamente in default come il Vincenzo Florio. Non è una scelta praticabile. La politica crei piuttosto le condizioni per rendere appetibile il territorio - conclude Dragotto - promuovendo accordi per rendere economicamente conveniente visitate la provincia di Trapani atterrando a Birgi".

 

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