Inserita in Nera il 14/11/2013
da Marina Angelo
Sequestrati i beni del ´Professore´
Lo chiamavano “il professore”, gli chiedevano favori con gli occhi bassi, a mezza voce. Una volta.
Oggi la sua storia criminale è finita dietro il bancone di una tabaccheria, quella aperta al figlio per evitare che gli sequestrassero pure quei soldi. La sua storia oggi fotografa che oltre a quello c’era molto di più: i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Trapani e del Ros, hanno sequestrato a Filippo Coppola, 64 anni, beni per un valore di tre milioni di euro. Il provvedimento, disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, riguarda 40 immobili, 32 terreni agricoli, un’impresa agricola, 2 polizze assicurative e 22 rapporti bancari.
Una volta la fama criminale di Filippo Coppola a Paceco cresceva dentro e fuori i banchi delle scuole pubbliche e private dove lui era stato docente e preside. Padrino del nipote del vecchio boss di Paceco Vito Sugamiele, e figlio di Gino, al professore l’educazione mafiosa non era mai mancata.
Coppola, infatti, appartiene ad una delle “famiglie” storiche della mafia trapanese ma la sua età d’oro culminò nel ’96 quando la giustizia fece la sua parte con l’operazione “Cadice”. Pare che avesse aiutato alcuni esponenti di Cosa nostra nella loro latitanza. Non solo. La sua predilezione per Cosa Nostra, nello stesso anno, lo vide coinvolto nell’operazione “R.i.n.o. Fase II”: è lì che venne riconosciuto colpevole, con una sentenza divenuta definitiva nel 2002, di associazione mafiosa pluriaggravata e condannato a sette anni di reclusione. Reclusione alla quale non si era mai arreso. Dal carcere, infatti, pare che continuasse mantenere vivi collegamenti e rapporti con i vertici dell’organizzazione criminale, dispensando consigli per sfuggire alle investigazioni e gestire delicate vicende di mafia. Scarcerato nel 2004, dopo essere stato sospeso e successivamente destituito dall’insegnamento,in seguito alla condanna penale per associazione mafiosa, aveva avviato una serie di attività commerciali, intestandole ai propri familiari per evitare possibili provvedimenti di sottrazione da parte dell’Autorità giudiziaria.
Attraverso l’analisi dei flussi patrimoniali e finanziari, sono state riscontrate però grosse anomalie nella fase di acquisto dei beni ora sottoposti al sequestro e un’inspiegabile facilità ad ottenere l’erogazione di mutui, per un ammontare di oltre 500 mila euro, da alcuni istituti di credito. La maggior parte delle somme sono state erogate dalla banca di credito cooperativo “Senatore Pietro Grammatico” di Paceco. Una circostanza che, per gli opportuni riscontri, i Carabinieri hanno segnalato all’Autorità giudiziaria.
Secondo gli accertamenti condotti, inoltre,le aziende di Filippo Coppola avevano monopolizzato alcuni settori della produzione agricola locale, in particolare quella dei meloni gialli di Paceco e dell’aglio rosso "Siamo dinanzi ad un soggetto – ha detto il comandante del reparto investigativo provinciale dell’Arma, maggiore Antonio Merola – che ha saputo creare un vero e proprio impero nel settore agricolo".
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