Inserita in Politica il 19/11/2017
da Direttore
Non sono lavoratori per Ministero della IN-Giustizia, i 5000 magistrati onorari addetti alle medesime funzioni di giudici e pubblici ministeri
Non sono lavoratori per Ministero della IN-Giustizia, i 5000 magistrati onorari addetti alle medesime funzioni di giudici e pubblici ministeri di udienza che, negli ultimi 20 anni, hanno mantenuto alto il livello di produttività della magistratura, pronunciando milioni di sentenze civili e penali anche per valori di milioni di euro e assumendo le parti della accusa nei milioni di processi penali monocratici di Tribunale. Si tratta del 90 % delle udienze penali monocratiche, e il 30 % dei ruoli monocratici giudicanti di Tribunale, dato lampante che emerge dal consistente calo di produttività del sistema giustizia registrato in occasione delle ricorrenti astensioni e che costituirà la normalità quando la riforma ORLANDO avrà la sua applicazione integrale. L’unico a non registrare l’allarmante dato è il governo, che con l’irremovibile atteggiamento NON comunicativo, insiste per la riduzione dell’apporto della magistratura onoraria a fronte del nulla. La riforma della magistratura onoraria non è stata concepita per i magistrati onorari, né per rendere efficiente la giustizia, ma è stata concepita per realizzare un’utopica ed opportunistica modalità organizzativa che gli stessi ideatori hanno già constatato come inattuabile alla luce del sistema. Non accontenta nessuno, devasta il tutto. Non accontenta i magistrati onorari che, dopo anni di servizio, si vedono ignorare le più elementari esigenze di tutela previdenziale ed assistenziale, con una riduzione dei possibili proventi, dai quali dovranno ricavare pure le somme per i contributi previdenziali, obbligatori, ma A LORO TOTALE CARICO, e tutto ciò a fronte di una durata del servizio incerta, ma certa nella sua fine inesorabile al sedicesimo anno, che si tratti di giovani o anziani, tutti accomunati da un solo destino: nessuna età pensionabile, nessuna pensione da parte dello Stato datore di lavoro, nessun ringraziamento tangibile, ma solo l’oblio. La riforma non accontenta il Consiglio di Stato che aveva suggerito per i magistrati onorari in servizio una permanenza sino all’età pensionabile, con remunerazione adeguata al ruolo, pur senza progressione di carriera, come avvenuto nel passato per analoghe categorie di magistrati onorari! Ma la riforma non accontenta il cittadino, perché il sistema organizzativo che rappresenta l’”idea” di base della riforma, altro non è che l’ennesimo tentativo di imbrigliare categorie di lavoratori nella precarietà, con la differenza che mentre chi introdusse la magistratura onoraria nell’ordinamento aveva di mira di raggiungere grandi risultati con poche spese, oggi, con la riforma Orlando l’unico elemento di continuità è dato dalla scarsità di risorse investite, in barba ai risultati! Ovvio che riducendo ed imbrigliando l’utilizzo dei magistrati onorari, riducendo gli investimenti di risorse umane ed economiche sulla giustizia, il risultato sarà chiarissimo: potremo rottamare il principio “la giustizia è uguale per tutti” per il più appropriato dantesco avvertimento “lasciate ogni speranza o voi che entrate”. Per questo motivo, i magistrati onorari si asterranno dalle udienze civili e penali dal 21 al 25 novembre 2017 e dall’assumere riserve nel loro ambito, consci sia giunto il momento di non arretrare più!
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Commenti |
19/11/2017 - Per l´assoluta arbitrarietà dei giudici di pace,converrebbe sostituire la loro opera con un sistema a sorteggio.I risultati in termini di equità sarebbero analoghi. (Filippo) |
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