Inserita in Politica il 18/11/2017
da Direttore
“E´ una vittoria di tutta la Sicilia”: conferenza stampa alla Soprintendenza del Mare dopo l´annullamento del parco eolico nel golfo di Gela
Si è svolta presso la Soprintendenza del Mare la conferenza stampa a seguito della decisione del Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo che ha dichiarato illegittima l´autorizzazione concessa nel 2013 dal Ministero dell´Ambiente per la realizzazione di una centrale eolica offshore di 137 Mw, a 2 miglia dalla costa, nel golfo di Gela, in una zona dallo straordinario interesse archeologico e paesaggistico. All’incontro hanno preso parte il Soprintendente del Mare, Sebastiano Tusa, gli avvocati Chiara Modica Donà dalle Rose e Giovanni Puntarello, che hanno difeso davanti al giudice amministrativo le ragioni delle associazioni e dei privati, Salvatore Licata dell´Associazione “Difendi Licata” e Silvio Scichilone di “No Peos Butera”. “E´ una vittoria di tutta la Sicilia” è stato il commento unanime di tutti i partecipanti all´incontro. “La Soprintendenza del Mare è stata fin da principio, contraria a questo progetto – ha dichiarato il Soprintendente Sebastiano Tusa - perché la difesa del nostro patrimonio culturale non è solo la salvaguardia dell´aspetto archeologico ma anche quello del paesaggio. Non si può investire su turismo e cultura e poi sostenere progetti che contraddicono quella scelta. Bisogna invece puntare su ciò che rappresenta la vera risorsa della Sicilia: i suoi beni culturali e ambientali”. Per l´avv. Chiara Modica Donà dalle Rose “L´autorizzazione per l´impianto offshore di Gela era viziata, come hanno scritto i giudici nella sentenza, da violazione di legge, eccesso di potere per contraddittorietà, difetto di motivazioni e di istruttoria. Nella difesa non abbiamo lasciato nulla al caso perché eravamo convinti di combattere contro un progetto aberrante, la Sicilia è stata la regione più aggredita dal punto di vista paesaggistico. “Il permesso - ha fatto eco l´avv. Giovanni Puntarello - rilasciato alla società Mediterranean Wind Offshore a r.l., prevedeva la posa sul fondale di 38 turbine con una altezza della parte emersa di 80 m. e un diametro del rotore pari a 113 m., con aerogeneratori visibili anche a molti km di distanza. Uno scempio che alla fine avrebbe occupato appena cinque dipendenti, mentre altri progetti più rispettosi dell´ambiente e del territorio, offrono molte più possibilità occupazionali. Possiamo dire che ha vinto la nostra terra”. Per Salvatore Licata dell´Associazione “Difendi Licata”: “La realizzazione di questo progetto avrebbe rappresentato una violenza nei riguardi della nostra gente e soprattutto un crimine nei confronti delle generazioni future. L´aver dichiarato illegittimo l´autorizzazione alla realizzazione del parco offshore è di grande rilevanza perché blocca altri progetti già pronti e che avrebero devastato tutta la costa”. Infine per Silvio Scichilone del movimento “No Peos Butera”: “La zona era interessata da diversi vincoli paesaggistici e nonostante questo la società Mediterranean Wind Offshore aveva ottenuto l´autorizzazione. Come coordinamento “No Peos” presenteremo un esposto alla magistratura per valutare se esistono i presupposti per aprire una inchiesta. Siamo convinti che in questa storia ci siano state inadempienze, superficialità e interessi economici che hanno pesato in maniera determinante sull´intera vicenda”.
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