Inserita in Politica il 18/04/2017
da Direttore
Sciopero dei Magistrati Onorari. Migliaia di processi fermi. Il Governo il grande assente
Anche in Sicilia si sono fermate tutte le aule in cui si celebravano processi penali monocratici e analogo andamento si è avuto nelle principali sedi giudiziarie e nei piccoli tribunali, salvo nelle sedi in cui i capi degli uffici (già intervenuti sul Ministro per perorare una loro stabilizzazione) hanno preferito sostituirli coi magistrati di carriera per limitare i disagi degli utenti.
Bloccate anche migliaia di udienze civili in tutta Italia.
Sono circa 5.000 questi precari della giustizia che rivendicano diritti minimi, riconosciuti dalla Costituzione a tutti i magistrati, senza distinzioni di funzioni: indipendenza, anche economica, inamovibilità e adeguate tutele retributive e previdenziali, che li salvaguardino anche in caso di gravidanza o malattia.
Il Consiglio di Stato, in risposta a un quesito formulato dal Ministro Orlando, ha ricordato come l’attuale inquadramento precario esponga lo Stato italiano ad azioni di risarcimento danni da parte dei magistrati onorari e ha ritenuto che la loro stabilizzazione non possa avvenire con un semplice decreto delegato del Governo, in quanto la delega parlamentare approvata lo scorso anno - e ormai prossima alla scadenza (la Legge 57/2016) - consente solo di mantenerli in servizi per altri sedici anni, senza stanziare alcun finanziamento per adeguare il trattamento retributivo e previdenziale ai principi stabiliti in sede europea.
Lo sciopero in atto intende appunto sollecitare un’iniziativa legislativa (decreto-legge del Governo o emendamento ad altra legge di prossima approvazione) che consenta all’Italia di adeguarsi alle decisioni europee: il Consiglio d’Europa ha infatti stabilito che i magistrati onorari italiani sono discriminati oltre ogni ragionevolezza rispetto ai lavoratori con analoghe funzione e ad analoghe conclusioni è giunta la Commissione europea, concludendo la procedura PILOT preliminare all’apertura della pratica di infrazione contro l’Italia per violazione della direttiva europea sul lavoro a tempo determinato.
La soluzione proposta dalla categoria, già sperimentata negli anni 70 per i magistrati onorari delle preture, è stata ritenuta percorribile dal Consiglio di Stato: mantenimento dei magistrati onorari nell’esercizio dell’incarico, non oltre l’età pensionabile e a tempo pieno, con conseguente dispensa dallo svolgimento di altre attività lavorative e correlato adeguamento retributivo, sino all’esaurimento dell’arretrato giudiziario e alla abbreviazione della durata dei processi entro i termini ragionevoli stabiliti dalla normativa europea.
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