Inserita in Economia il 01/10/2013
da Marina Angelo
Cara Iva quanto ci costi? Ecco cosa aumenta
Il giorno tanto temuto è arrivato. L’iva è passata dal 21% al 22% e questo a discapito delle tasche, già provate, degli italiani che, ancora una volta sono chiamati a fare i conti con budget superlativamente ridotti da tempo.
Alla voce “superfluo” tutto è già stato depennato da tempo tanto che quest’anno nemmeno i saldi di fine stagione hanno aiutato i commercianti a riprendersi da quello che ormai è un mercato in declino.
E la stessa cosa si è registrata con le vacanze.
Gli italiani hanno preferito (per non dire che sono stati obbligati) fare le ferie a casa lasciando l’intero Paese a completa disposizione dei turisti stranieri. Dati questi che segnano un solco all’economia di un Paese messo alle strette dalla morsa della crisi.
Eppure, prima dell´ennesimo coupe de theatre con le dimissioni in massa dei ministri del Pdl, da Letta a Napolitano si iniziava a parlare sommessamente di ripresa.
Vera o presunta, i segnali erano stati gli incentivi alla scuola,con il decreto legge «misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca» o quelli per le assunzioni dei giovani. Messaggi insomma che volevano, in qualche modo, dare speranza a qualcuno.
Peccato poi ricevere tutti l’ennesima stangata: l’aumento dell’iva. Tradotto vuol dire andare a tirare una coperta già troppo corta e, tirando tirando, il rischio è che la coperta si rompa.
Per la Codacons si tratta di “Una stangata che arriverà a costare fino a 349 euro a famiglia su base annua, ma che potrebbe avere ricadute ben più ampie per le tasche degli italiani, se si tiene conto degli arrotondamenti dei listini e dell’aumento dei prezzi dei prodotti trasportati”
Non solo, secondo l´associazione "l’incremento produrrà inoltre una vera e propria ecatombe nel settore del commercio, con ricadute enormi sul fronte occupazionale e sullo stato economico del nostro Paese"
Cosa aumenta? L´aumento colpisce il 70% dei prodotti. Ciò vuol dire che con il più alto tasso di disoccupazione registrato negli ultimi tempi qui c’è il rischio che da tirare non rimanga più nulla.
L´effetto dell´aumento dell´Iva si scarica sulla rete carburanti con aumenti di 1,5 cent euro/litro sulla benzina, 1,4 sul diesel e 0,7 sul Gpl. Tuttavia Quotidiano Energia segnala la decisione di Eni di attenuare l´impatto tenendo conto del ribasso registrato ieri dai mercati internazionali e ha alzato il prezzo della benzina solo di 0,9 cent. Staffetta Quotidiana riferisce che «non è stata uniforme la reazione delle compagnie all´aumento dell´Iva. L´aumento c´è ma non per tutti nella stessa misura».
L’aliquota passa al 22% per abbigliamento, calzature, elettrodomestici e elettronica (televisori, macchine fotografiche, videocamere, computer, palmari e tablet), casalinghi, arredamento, giocattoli, gioielli, automobili, articoli per la pulizia e per l´igiene personale, profumi e cosmetici, gioielli e orologi, borse, ma anche servizi sportivi (palestre, piscine ecc.) e ricreativi (es. parchi giochi, animazione feste); Servizi estetici, barbiere/parrucchiere; Telecomunicazioni (telefonia, Internet) e Tv a pagamento; Liberi professionisti (avvocato, commercialista, notaio); Artigiani: autoriparatore, idraulico, elettricista, pittore, ditte di ristrutturazione. Ed ancora caffè, bevande gassate, succhi di frutta, vino, alcolici,tabacchi. Rimane invariato, invece, il prezzo dei prodotti dei settori alimentare e ortofrutticoli: pane e pasta, riso, farina, latte, formaggi, frutta e verdura. nessun ritocco anche per libri e giornali quotidiani e periodici (pornografia esclusa), Apparecchi ortopedici, protesi dentarie, occhiali da vista; Prestazioni socio-sanitarie ed educative (scuole, asili, ricoveri in istituti di cura, esenti invece le prestazioni mediche), Apparecchi ortopedici, protesi dentarie, occhiali da vista; Prestazioni socio-sanitarie ed educative (scuole, asili, ricoveri in istituti di cura, esenti invece le prestazioni mediche)
L’Iva agevolata al 10% resta per prodotti a base di cereali, carni, salumi, pesce, surgelati miele, dolciumi, zucchero, alimenti per bambini, caffè, tè, cioccolato, canone Rai, elettricità, servizi di trasporto pubblico, medicinali umani e veterinari, somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti); prestazione di servizi nelle strutture ricettive (alberghi ecc.).
Non si ritoccano le tariffe per fornitura acqua, luce e gas, medicinali, raccolta rifiuti, trasporti, cinema e teatri, ristoranti e alberghi.
Ma su tutti i prodotti peserà l’aumento delle spese per i trasporti.
vIVA, tanto paghiamo noi!
M.A.
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