Inserita in Nera il 03/09/2013
da Marina Angelo
Generale Dalla Chiesa, trentuno anni dopo la strage
«Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è ancora oggi un simbolo dell’impegno dello Stato e contro la mafia, ma è anche un simbolo di amore per la Sicilia e per i valori di legalità e giustizia”. Lo ha detto Baldo Gucciardi, presidente del gruppo parlamentare PD all’Ars, in occasione del 31° anniversario dell’uccisione dell’allora Prefetto di Palermo.
«Il suo impegno e il suo coraggio hanno segnato un punto di svolta, anche culturale, nella lotta alla mafia. Commemoriamo un grande uomo – continua Gucciardi - che, insieme con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo, ha perso la vita in una strage che resta ancora oggi una ferita aperta».
Così, invece, il Presidente del Senato, Pietro Grasso, in occasione del trentunesimo anniversario della strage di via Carini dove persero la vita il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l´agente Domenico Russo: «L´assassinio del 3 settembre 1982 ha rappresentato un attacco diretto all´anima del nostro Paese. Quando una Nazione perde i suoi uomini migliori, è come se avesse perso parte delle sue energie vitali, quelle che consentono ad uno Stato di crescere e prosperare».
«Il dolore per la scomparsa di Carlo Alberto Dalla Chiesa - aggiunge il Presidente Grasso - si unisce idealmente alla sofferenza per le ferite inferte alle altre vittime della criminalità organizzata che con lui hanno condiviso parte della propria missione civile. Dalla Chiesa ha dedicato ogni momento della sua esistenza al servizio delle istituzioni con senso del dovere, lealtà e rettitudine, con rigore, altruismo e un immenso amore per l´Italia».
«Il suo esempio -prosegue- è un modello al quale ciascuno di noi deve guardare, anche nelle piccole scelte di ogni giorno, per continuare a realizzare la difficile, ma non impossibile, vittoria dello Stato sulla violenza criminale mafiosa. Il ricordo di questo leale e grande servitore dello Stato - conclude il Presidente del Senato - ci sprona a proseguire nel cammino da lui tracciato, lottando con coraggio per l´affermazione piena e definitiva della democrazia e la difesa dei valori irrinunciabili di legalità e giustizia.»
Il ministro dell´Interno Angelino Alfano durante la messa per commemorare Carlo Alberto Dalla Chiesa ha detto: «Il sangue lasciato dal generale Dalla Chiesa su quella strada dove fu ucciso ha fatto crescere in germoglio della lotta alla mafia. Parlo anche a nome dei bambini come me che quell´anno si sentirono fare dai loro insegnanti, qualche giorno dopo con l´inizio della scuola, una lezione su cosa significa morire per combattere la mafia».
«Tanti altri - ha spiegato - hanno dovuto versare il loro sangue prima di arrivare fino a qui ma da quel 3 settembre c´è stata una svolta, un punto di non ritorno». «Dopo l´omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa noi che eravamo bambini, tornati a scuola, imparammo che la mafia è profondamente malefica, una mala pianta capace di ammorbare tutto».
«C´è un prima e un dopo nella storia della Sicilia -ha aggiunto Alfano- un prima e un dopo l´omicidio del generale Dalla Chiesa. Ma il dopo fu segnato da un germoglio: il sangue versato dal generale, dalla moglie e dall´autista».
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