Inserita in Politica il 29/07/2015
da Direttore
A.N.A.S. CONSIGLIA DI ANDARE A ´CHI L’HA VISTO´ ALLA RICERCA DEI MITICI 80 € SCOMPARSI
Renzi: un premier che occupa illegittimamente la poltrona di Presidente del Consiglio non perché non votato dal popolo ma perché votato da un parlamento ILLEGGITTIMO. Il Parlamento attuale è infatti un parlamento incostituzionale, nel quale siedono 150 abusivi eletti grazie al premio di maggioranza del Porcellum. E’ passato ormai quasi un anno e mezzo dalla sentenza della Corte Costituzionale che sanciva l’illegittimità del Porcellum, bocciando il premio di maggioranza e le liste bloccate poiché non consentono all’elettore di dare una preferenza ma ad oggi ancora nulla è cambiato. Un politico dalla fulminea carriera: miracolosamente nominato Presidente del Consiglio dei Ministri - inizio mandato 22 febbraio 2014 - mentre era ancora sindaco di Firenze - fine mandato 24 marzo 2014 - (a proposito, si chieda pure ai fiorentini la loro opinione sull’ex primo cittadino…). Un imbonitore di masse che ha tentato di prendere impunemente in giro gli italiani con la storia degli 80 € in più in busta paga. Renzi ha infatti detto e ridetto che si tratta di 80 euro al mese per 10 milioni di cittadini. Ma tale importo è solo figurativo, poiché i 640 euro previsti dal decreto per il solo 2014 vanno rapportati al periodo di lavoro effettivo svolto nell’anno e, per le famiglie della fascia di reddito più bassa, non arriva ai 60 euro. Quindi, matematicamente, per il lavoro svolto da maggio a dicembre (inclusi) sono 80 euro al mese (cioè 640 diviso 8), ma per chi abbia lavorato da gennaio a dicembre 2014 (640 diviso 12 = 53,33) oppure da luglio a dicembre (640 diviso 2, diviso 6) sono solo 53,33. Insomma, una ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini, sciorinata soltanto per comprare voti. O il demagogico annuncio sull’eliminazione della tassa sulla prima casa, annuncio peraltro già stoppato in questi giorni proprio da Bruxelles (a proposito il 70% degli italiani non crede ai tagli di Renzi). Uno sbandieratore di venti di novità e grosse e importanti riforme Costituzionali, riforme non portate a compimento, come ad esempio l’abolizione delle province (sono scomparsi soltanto i Consigli provinciali, mentre gli apparati burocratici sono rimasti intoccati, con un effetto generale di immobilismo o, peggio, caos) o approvate senza ascoltare gli appelli dei diretti interessati. La sanità e la scuola sono alla deriva. Prima esisteva un Servizio sanitario nazionale, adesso ce ne sono venti e la situazione non è certo migliorata: perdita della qualità di servizi e trattamenti, i costi saliti alle stelle e il diritto alla salute, soprattutto al Sud, negato. La riforma della Buona scuola. Tra i punti contestati dai sindacati figurano: il potere di “chiamata” dei docenti affidato ai dirigenti scolastici, che potranno attingere all’Albo territoriale. Dopo un triennio, il Dirigente potrebbe rispedire indietro l’insegnante. A parere dei sindacati, questa legge indurrebbe una forte limitazione della libertà e dell’autonomia degli insegnanti, nel timore di non venire “bocciati”; la scomparsa del ruolo del Collegio Docenti. In sostanza, si critica la centralità che dovrebbe venire ad assumere il dirigente scolastico, mentre ai docenti non resterebbe che un ruolo di consulenza, senza possibilità di incidere direttamente sulle decisioni concernenti l’offerta didattica; le assunzioni inferiori alle promesse. A parere dei sindacati, i docenti che entreranno in ruolo non saranno centomila, ma a malapena quarantamila i quali, peraltro, saranno immessi negli Albi a disposizione dei dirigenti, che potranno poi decidere o meno di chiamarli. Senza tener conto del recente sondaggio Tecnè realizzato per la Cgil, secondo il quale gli italiani alla domanda "pensate che l´Italia abbia una grande influenza in Europa?", hanno risposto "sì" solo il 16,4 per cento, mentre hanno risposto "no" l´82,8 per cento. Alla luce di tutto questo si può ancora legittimare il ruolo di premier di Matteo Renzi?
Valentina Pasta
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